In tanti fino ad oggi si sono sempre posti la seguente domanda: perché è meglio viaggiare in senso contrario di marcia? Ovvero l’orientamento in senso contrario di marcia del seggiolino auto? Nonostante il livello di sicurezza sia di gran lunga superiore di questa modalità di viaggio, attorno arieggia ancora una forte scetticismo, o semplicemente una poca informazione sull’effettività validità del senso contrario di marcia.
Ecco da dove nasce l’idea di mettere il seggiolino auto in senso contrario di marcia
Nonostante possa sembrare strano, tutto ha origine nello spazio! Negli anni 80′ infatti l’esperto professore di origini svedesi Bertil Aldman noto’ che gli astronauti erano messi in contromarcia nella navetta spaziale: come mai cosi? Facile, perché in questo orientamento le forze sostanziali venivano direttamente scaricate sulla totalità delle spalle e della schiena degli individui: il corpo in pratica rimaneva molto meno sotto stress.
La normativa, la svolta definitiva
Nel nostro paese sappiate che sono pochissimi i seggiolini auto che danno l’opportunità di far viaggiare il bimbo in senso contrario di marcia fino ai 4 anni, al contrario di quanto succede per l’appunto in Svezia. In Italia è infatti tassativo far viaggiare i bimbi in senso contrario di marcia solamente fino ad un peso totale di 9KG, secondo la ECE R44, oppure fino a 15 mesi, secondo quanto stabilito con cura dalla più recente normativa i-Size.
Con la normativa di cui vistiamo parlando finalmente dopo tanto è stata riconosciuta l’importanza per la salute del bimbo di viaggiare in senso contrario di marcia almeno fino ai 15 mesi di età. Per fortuna da qualche mese a questa parte le varie aziende presenti sul mercato stanno iniziando a progettare anche per l’Italia modelli di seggiolini auto contrario di marcia: fino a questo momento infatti erano soli i seggiolini auto Gruppo 0+ gli ovetti per capirci sviluppati per il sensore contrario di marcia.
Incidenti: cosa succede?
A partire dai 15 mesi il collo è ben sviluppato per sopportare le forze generate da un impatto frontale di media entità, da qui il parametro stabilito dalla normativa del quale vi abbiamo parlato fino ad ora.